IS-LAND [N36E11]

FABIO SGROI
IS – LAND

CURATED BY N38E13

ART RESIDENCY N.1 
TAKE PLACE INTO THE ISLAND”
PANTELLERIA / N36E11
29.09 > 12.11.2023
REAL ALBERGO DEI POVERI 
RISO – MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

 

La mostra, finanziata dal Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e realizzata in collaborazione con l’Associazione N38E13, è l’atto finale della ricerca condotta nel corso della prima edizione della residenza artistica annuale nell’isola di Pantelleria, dal titolo “TAKE PLACE INTO THE ISLAND – N36E11”,  che indaga il paesaggio e la relazione uomo-natura, attraverso vari medium – fotografia, video, suono, installazione, scultura, pittura – di artisti internazionali che annualmente verranno invitati  a prendervi parte. Fabio Sgroi, l’artista invitato alla prima edizione, presenta i risultati della sua ricerca nella mostra “IS-LAND” con 16 fotografie panoramiche e un wallpaper.

“Abbiamo incoraggiato e sostenuto questa mostra – afferma Maria Maddalena De Luca, direttrice del Museo – per riprendere la progettualità del Riso legata alle residenze degli artisti del nostro Archivio S.A.C.S., lo Sportello per l’Arte Contemporanea, volto alla promozione della creatività siciliana, di cui Sgroi fa parte dal 2013, con l’obiettivo di  valorizzare le professionalità artistiche del nostro territorio. Attraverso gli scatti effettuati a Pantelleria, Fabio Sgroi ci restituisce inedite immagini documentarie del territorio pantesco che assurgono al contempo ad una dimensione simbolica pregna di lirismo e introspezione”. 

 

“E’ TERRA!”  (testo della mostra) 

Il titolo, Is-Land, si riferisce ad un aneddoto, un’esclamazione ripetuta da Sgroi riguardo l’isola e il suo rapporto esplorativo. Spesso dopo essersi inoltrato nella natura, o dopo una folata di vento, esclamava: “E’ terra!” “E’ terra!”. E’ stato questo il suo primo approccio con l’isola, il suo approdo. Riconoscerla prima come terra, ciò di cui essenzialmente è fatta. Così ne segue, in lingua inglese, il gioco di parola scomposta e ricomponibile “Is-Land” (è terra), “Island” (isola).

Acquisirla come terra è presupposto per vederla come isola. Un’isola è una terra particolare, ancor di più se vulcanica, plasmata da una natura che si esprime con intensità e imprevedibilità di forze. Ci si ritrova in un campo di forze limitato, un territorio costretto da un confine, il mare, che spinge incessantemente su di essa. E’ terra della natura ed è terra dell’uomo, in una dinamica di estensioni e contrazioni, di equilibri e tensioni in un paesaggio che vacilla tra il naturale e l’antropico.

Nell’isola di Pantelleria, Sgroi procede con una visiva scomposizione del paesaggio, a cui segue una ricomposizione che conduce, spesso, fuori dalla riconoscibilità del luogo. Lo spettro visivo di Sgroi è fatto di chiaro-scuri, di profondità misurate sulla luce riflessa degli elementi (In latino, fotografia è “immagine rivelata, tirata fuori, dall’azione della luce”). Un movimento continuo dove l’elemento naturale o antropico può divenire mistico. Un disorientamento visivo proteso verso il mistero.

Sgroi, già da tanti anni, indaga con il medium fotografico i misteri dei riti religiosi in Sicilia, scene in cui l’uomo sociale è protagonista. In Is-Land, proietta il suo sguardo fotografico sulla terra dell’isola, rintracciando forze ed energie nel paesaggio che si articola in presenze, passaggi e assenze. 

Il formato panoramico è il suo spazio di azione. Pone un limite visivo, e permette all’immagine di estendersi e prolungarsi. Sottile e protesa al movimento. Un’osservazione attenta cerca punti di equilibrio e di forza, tra linee, forme, trame e profondità. La fotografia di Sgroi riempie di forza la vista, tentando di svelare ciò che è nascosto, ciò che può essere più vero di ciò che è visibile. 

Le foto in mostra si distendono sui due lati espositivi della sala in una sequenza ritmica che segue un’alternanza bilanciata di immagini. In fondo alla sala la sequenza è interrotta da una foto di grandi dimensioni, impetuosa, favorevole e ostile allo stesso tempo. Regge un equilibrio e dirige l’orchestra fotografica. In un paesaggio scuro e intenso si coglie un muretto, una struttura semplice, opera dell’uomo. Un muretto che rimanda molto alle architetture incompiute dell’uomo. Esso si innesta violentemente nel paesaggio scuotendo la vista. Lo sguardo si apre ad una visione tanto desolante, quanto misteriosa.

Nelle foto in mostra si riconoscono elementi umani e naturali. Essi si incontrano in vario modo, in una prevalente “non presenza” dell’uomo, che compare solo una volta, di passaggio. Nelle altre foto l’uomo non si vede, ma è presente con la sua azione di costruzione del paesaggio. Alcune svelano un paesaggio naturale pieno e integro. In altre colpiscono le pietre, le sue forme plasmate dalla natura e dall’uomo; come le pietre di una cava, oppure quelle sulla riva del mare, e ancora i muretti. Sono anche pietre inclinate e incastrate tra di loro che, in equilibrio, costruiscono il paesaggio. 

In altre la vista procede oltre la terra ai nostri piedi, crolla un muro visivo, e si staglia davanti a noi il cielo, il volo degli uccelli, e l’isola osservata da un aereo.

Sono foto che rivelano una tensione di elementi, dove un’inclinazione orienta una bussola visiva sui misteri della natura, come possibile spazio di equilibrio uomo-natura, da cogliere, per quanto possibile, sul piano immaginifico dell’immagine.

Sono panoramiche estasianti e spazianti, dove lo sguardo procede oltre l’immagine, silenziosamente con gli occhi chiusi.

Ennio Pellicanò – N38E13

 

 

FABIO SGROI

E’ nato a Palermo. Si avvicina alla fotografia nel 1984 scattando fotografie ai suoi amici, giovani vicini alla musica punk e all’underground; nel 1986 ha lavorato per circa due anni col quotidiano “L’Ora” di Palermo. Fin dall’inizio dedica il suo lavoro alla sua città e alla sua terra la Sicilia, concentrandosi sulle ricorrenze annuali, le cerimonie religiose e la vita quotidiana. Viaggia e lavora attraverso l’Europa e in diverse parti del mondo. Contemporaneamente si concentra anche sul formato panoramico dedicandosi al paesaggio urbano e all’archeologia industriale. Prende parte a mostre collettive ed espone in mostre personali, in Italia e all’estero. La sua carriera include la partecipazione ad alcuni progetti internazionali e residenze. I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali e collettive in Italia, Europa, America, in istituzioni pubbliche e gallerie, tra cui: Saba gallery (New York, USA); Diaframma-Kodak (Milano, Italia);  Leica gallery, (Sölms, Germania); Italian Pavilion / 54, Biennale Arte di Venezia (Istituti Italiani di Cultura nel mondo – 2011); Artget Gallery (Belgrade, Serbia); Ethnographic Museum (Belgrado, Serbia); PhotoBiennale Moscow (Russia); Biennale Photographique (Bonifacio, Francia); Center Mediterraneeen de la Photographie (Bastia, Francia); Fondazione Merz (Italia). Ha partecipato a vari festival internazionali di fotografia, tra cui: “Visa pour L’Image” (Perpignan, Francia);  Rencontres d’Arles (Francia).

Tra le sue pubblicazioni fotografiche: “Past Euphoria Post Europa” con (Crowdbooks – 2017); “Palermo 84-86 – Early works” (Yardpress – 2018); “PA 90” (Union Editions – 2021); “Archivio Volume Uno” (Baco About Photographs – 2022); Chronicles of the Newspaper L’Ora Palermo 1985–1988 (Union Editions – 2022); Palermo Mon Amour (Fondazione Merz – 2023).

 

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